The Creker Pen
UN SENTIERO PER IL RIFUGIO BAFILE
Aggiornamento: 10 apr 2020
Ep.1 dalla Serie "Avventure scritte a mano"
NOTE DOVEROSE: In questa nuova serie di Racconti abbiamo scelto di usare un modo per comunicarvi che ci è apparso ingenuamente povero di espressione all'inizio, ma che successivamente ci ha regalato una nuova sensazione di libertà d'immaginazione , un' energia descrittiva piena di particolari e di sogni generato da idee : LA SCRITTURA. Ebbene sì carissime teste sognanti, da oggi vi lanciamo un format The Creker un po' diverso, ma nelle emozioni perfettamente in linea con il nostro obiettivo di raccontarvi dell'Avventura - proviamo a riprendere il motivo per cui tutto questo Web-spazio è nato - raccontare di più del progetto, senza i limiti dei 16:9. D'altronde risulta pure più semplice del previsto, immaginatelo come un estratto del National Geographic, o più semplicemente come un articolo a fondo pagina di una rivista di Avventura, se volete addirittura mettervi nel mood di chi ha scritto questo episodio , ascoltate una playlist a piacere dalla categoria Focus di Spotify , e via... lasciatevi trasportare dall'immaginazione e da qualche foto di raro repertorio.
Oggi vi portiamo in una piccola grande impresa contenuta nel nostro mitico Gran Sasso Park, il documentario-tributo al Re degli Appenini che abbiamo conosciuto di persona fino alle sue creste più belle: è proprio da lì che parte questo Racconto.

Ottobre 2017. Siamo già al secondo giorno di spedizione, svegli dall'alba e quella che vedete a destra è una foto scattata dopo una giornata memorabile per il Team: avevamo appena scalato il Corno Grande, la cima del Sasso, affacciandoci come dal balcone più alto del centro Italia in uno spettacolo mozzafiato...
Per chi vuole ritrovare quelle emozioni può cliccare questo link ad una poesia scritta in quei luoghi
( ci mettiamo pure la metascrittura ) https://www.youtube.com/watch?v=qmk6an66a-M

Eravamo elettrizzati dall'ascesa in direttissima ( e dalla mirabolante discesa per le creste)
per cui ancora stentavamo a credere a quello che avevamo appena provato. Pranzo rapido d'alta quota e arriviamo al bivio del sentiero poco sopra il Campo Imperatore un po' stanchi per pensare ad una cosa che presto ci avrebbe fatto risalire i picchi di adrenalina nel sangue: La via ferrata per il Bafile. Premessa: per quella notte , da programma e da copione , era previsto il pernottamento in un posto leggendario: il Bivacco Bafile. Un autentico avamposto rosso carico di Desideri di scoperta , ma fragile come un tentativo dell'uomo di dire alla Montagna "lasciati guardare ma non farci del male". Una scatola di ferro Rossa costruita nel 1966, dedicato ad Andrea Bafile , un tenente di un vascello della regia Marina , eroe di guerra - immaginate che impresa creare quell'appoggio per esploratori ed alpinisti sul fianco del Corno Grande, immensa... ma pur sempre lavoro di uomini.
Incredibile.
Perciò, tornando dalla discesa per le creste, riprendemmo il sentiero della Sella del Corno, è da lì che scorgiamo in fondo, seduto come un rapace in una cresta ad Est, un microscopico puntino rosso: è la nostra Meta, fa impressione.

E quindi continuando rivediamo il gigantesco masso ( non a caso chiamato il "Sassone") in piedi così burbero, che ci ricorda in silenzio la parola magica per non farsi prendere dal timore o dall'euforia: Prudenza - perciò rivediamo il cartello della mattina della Direttissima alla vetta e lo superiamo per tenerci sulla destra. Inizia il sentiero.
Perchè dedicare un articolo a questa storia? Ebbene, quel sentiero per noi ha aperto un mondo enorme nel mondo dell'Avventura: La grande emozione di una Via ferrata. Parliamo di una grande opportunità di poter carezzare la montagna in posizioni impervie , godendo di viste incredibili e tratti mai pensati se non da arrampicatori professionisti, tutto in un discreto grado di sicurezza. Ci eravamo documentati per bene... sentiero F+ ovvvero facile ma alpinistico, per noi era la primissima occasione in un sentiero del genere. Eravamo elettrizzati dai mirabolanti video POV che si trovano sul net di gente che per vanto o per didattica si attacca una gopro alla testa mentre percorre la ferrata, volevamo a tutti i costi assaporare l'avventura e portarvi ai confini di essa. Dunque con la carta dei sentieri in mano, indossiamo per la prima volta un imbrago da arrampicata, che insieme alla longe salvavita e il casco ( ovviamente personalizzati) ci proiettano di botto alla imminente situazione.

E fu lì che entrammo un po' in un silenzio da sconforto. Ognuno inondato da pensieri tipo "E se non riuscissimo a continuare? Se rimaniamo bloccati? É vero che siamo in sicurezza, ma se trovassimo un tratto bloccato in manutenzione?" Erano le 16:00 del pomeriggio, la carta dei sentieri indicava 2 ore e mezzo, ci immobilizziamo. Una Paura silenziosa e insidiosa si impossessò delle nostre menti. Ma come sempre, fu la voglia d'ignoto quasi incosciente del DOP Gaetano che ruppe quel silenzio con una invidiabile sicurezza, porgendoci degli ottimi placebo sottoforma di compresse di sali minerali che devo ammettere ci hanno caricato per quel momento storico.

(Ora, se mai tra voi c'è qualche alpinista nordico o ancor meglio escursionista ormai navigato tra ferrate, immaginate per 4 siciliani che amano le onde del mare, vivere la montagna così a contatto per la prima volta .
Permetteteci il lusso di caricare di emozione il momento)
E fu così che partimmo alla volta del Bafile , tra un moschettone alla volta, metti e leva, scalette , tunnel e balconi scavati nella roccia bianca del Sasso, ci immergiamo nel percorso ad alta quota, sospesi tra quel filo d'acciaio e il mondo, col vento che ci raccontava del mare ( l'Abruzzo lo bacia) , le emozioni crebbero esponenziali.

Camminare nel fianco di una montagna.
Toccare quella dura roccia bianca e capire in quel momento di essere parte di una meraviglia così grande e immensa.
Realizzare di essere di passaggio, di rispettare in silenzio e di ammirare come se quei momenti potessero durare all'infinito.
Decidiamo di non filmare molto in andata per goderci il percorso, le posizioni, le forme della montagna.
E' una prova fisica non di poco conto, si usano braccia e gambe allo stesso tempo, puoi scegliere in base alla tua temeraria indole di guardare o meno l'abisso sotto ai tuoi occhi.
Non è forse incredibile, godersi la strada, in ogni singola sfumatura? Ammirare il percorso pur guardando quel rosso piccolo grande traguardo ingrandirsi dopo ogni curva? Un paragone perfetto per ogni nostra avventura.

E fu così che arrivammo nella nostra casa per quella notte di primo autunno, un cubo rosso con una porta d'ingresso, 9 posti letto e un tavolo al centro. Il Bivacco si trovava in una sorta di palchetto naturale costruito per contenerlo e dava su un abbisso chiamato " La Valle dell'Inferno"v e state certi che era un nome ben scelto.
E fu vin brulè, passata di fagioli e ceci, e fu riposo più che per le membra , per i nostri occhi che avevano visto così tanta montagna quel giorno, che ebbero bisogno di spengner tutto e ricomporre i ricordi per formattarli per sempre nella mente.
Crollammo sfiniti mentre la fredda notte abbracciava tutto fuori.
Questa micro storia ci insegnò che nelle nostre Avventure, è proprio dove cominciano i limiti ( autoimposti o sopravvenuti) che si apre una porta verso una nuova versione di Noi stessi, possiamo scegliere cautamente di non rischiare, rimanendo sul nostro sentiero e con l'ignoto di cosa nascondeva quella strada, oppure, con le dovute responsabilità, possiamo tuffarci coraggiosi e aperti alle emozioni possibili in arrivo, sia positive che negative, ma che in ogni caso ci rendono uomini migliori.
Parte delle emozioni le trovate guardando "Gran Sasso Park" il nostro documentario alla scoperta del Re degli Appenini al link seguente: https://www.youtube.com/watch?v=tWzvAGTxdb0
venite a rivivere con noi quel mondo, emozione assicurata. Iscrivetevi al Canale ( anche se con tutta probabilità lo avete già fatto)
Questo era il primo esperimento di una serie di nuove "Avventure scritte a mano".
Non credo di trovare un pubblico numeroso come nei video ma stai certo che se sei arrivato/a fin qui, sono veramente contento per la tua curiosità : è per gli occhi come i tuoi che il nostro progetto è destinato a crescere.

Questa è The Creker. #nonpossiamofermarci.